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Risposte alle domande più frequenti sull’euro digitale

Aggiornato il: 02/12/2024

Finalità e benefici dell’euro digitale

  • Perché all’Europa servirebbe l’euro digitale?
  • In che modo l’euro digitale potrebbe contribuire all’autonomia strategica dell’Europa?
  • Perché i consumatori deciderebbero di utilizzare l’euro digitale?
  • L’euro digitale sostituirebbe il contante?
  • Quali benefici offrirebbe l’euro digitale ai commercianti?
  • Quali benefici offrirebbe l’euro digitale agli intermediari?

Attuazione e funzionalità

  • Come funzionerebbe l’euro digitale?
  • Quale livello di privacy garantirebbe l’euro digitale?
  • Come la BCE assicurerebbe che l’euro digitale sia inclusivo?
  • Come la BCE assicurerebbe che i pagamenti in euro digitali siano effettuati nello stesso modo in tutta l’area dell’euro?
  • L’euro digitale sarebbe una valuta alternativa nell’Eurosistema?
  • Quale sarebbe il collegamento tra i pagamenti istantanei e l’euro digitale?
  • L’euro digitale sarebbe basato su una distributed ledger technology come la blockchain?

Progressi e parti interessate

  • A che punto è il progetto sull’euro digitale?
  • Chi partecipa al progetto sull’euro digitale?
  • Come partecipano al processo i legislatori europei?
  • Come procede la preparazione del manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale?

Impatto e considerazioni

  • L’euro digitale sarebbe una moneta programmabile?
  • I cittadini dovrebbero pagare per utilizzare l’euro digitale?
  • Gli intermediari sarebbero compensati per la distribuzione dell’euro digitale?
  • L’euro digitale metterebbe a rischio la stabilità finanziaria attraverso la disintermediazione delle banche?
  • L’introduzione dell’euro digitale renderebbe i pagamenti in Europa più vulnerabili agli attacchi cibernetici?
  • In cosa l’euro digitale sarebbe diverso dalle stablecoin e dalle criptoattività?
  • Quanto costerebbe all’Eurosistema il progetto sull’euro digitale?

D1. Perché all’Europa servirebbe l’euro digitale?

La digitalizzazione sta cambiando le nostre abitudini di pagamento. L’utilizzo del contante per effettuare pagamenti è in calo e la transizione agli acquisti online e ai pagamenti digitali sta accelerando. L’euro digitale sarebbe una forma elettronica di contante per un mondo digitalizzato. Darebbe ai consumatori la possibilità di utilizzare la moneta della banca centrale in forma digitale, in aggiunta alle banconote e monete.

L’euro digitale renderebbe la vita più semplice offrendo qualcosa che attualmente non esiste: uno strumento digitale accettato universalmente in tutta l’area dell’euro per i pagamenti nei negozi, online o tra persone. Come il contante, l’euro digitale sarebbe privo di rischi, ampiamente accessibile, facile da usare e gratuito per le funzioni di base.

Inoltre, l’euro digitale rafforzerebbe l’autonomia strategica e la sovranità monetaria dell’area dell’euro, accrescendo l’efficienza dell’intero ecosistema dei pagamenti europeo, promuovendo l’innovazione e potenziando la resilienza a eventuali attacchi cibernetici o problemi tecnici, come blackout.

Leggi ulteriori informazioni su perché serve un euro digitale.

D2. In che modo l’euro digitale potrebbe contribuire all’autonomia strategica dell’Europa?

L’euro digitale offrirebbe una soluzione di pagamento paneuropea, disponibile in tutta l’area dell’euro e sottoposta alla governance europea.

Nell’area dell’euro i pagamenti digitali continuano a essere frammentati, differenziandosi a seconda del paese e della modalità di utilizzo. Le attuali soluzioni europee per i pagamenti digitali soddisfano principalmente i mercati nazionali e specifici casi d’uso. Per poter pagare in tutti i paesi europei i consumatori devono ricorrere ai pochi fornitori non europei, che oggi occupano perlopiù una posizione di mercato dominante per quanto riguarda queste operazioni.

Pertanto, l’euro digitale potrebbe anche contribuire a ridurre la dipendenza dell’Europa dai fornitori di servizi di pagamento privati non europei, controbilanciando la loro posizione dominante sul mercato.

A sua volta, l’euro digitale renderebbe il panorama europeo dei pagamenti più competitivo e innovativo, offrendo una piattaforma che permetterebbe ai fornitori di servizi di pagamento di proporre più facilmente soluzioni paneuropee proprie.

Nel complesso, il successo dell’euro digitale renderebbe l’Europa pioniera mondiale della finanza digitale e delle valute digitali delle banche centrali.

D3. Perché i consumatori deciderebbero di utilizzare l’euro digitale?

L’euro digitale sarebbe una soluzione di pagamento per ogni occasione, da utilizzare in qualsiasi momento e in qualsiasi paese dell’area dell’euro. Sarebbe uno strumento digitale universalmente accettato che i consumatori potrebbero usare gratuitamente per i pagamenti nei negozi, online o tra persone. Offrirebbe la possibilità di effettuare pagamenti digitali, pur utilizzando un mezzo di pagamento pubblico, e sarebbe disponibile sia online che offline.

L’euro digitale sarebbe progettato in modo tale da garantire un livello di privacy superiore a quello offerto solitamente dagli altri metodi di pagamento digitali. L’Eurosistema non risalirebbe all’identità di un utente sulla base dei suoi pagamenti. Inoltre, i dati personali delle operazioni di pagamento offline in euro digitali sarebbero noti solo all’ordinante e al beneficiario.

L’euro digitale sarebbe sicuro e facile da usare; inoltre mirerebbe a promuovere l’inclusione finanziaria digitale per far sì che nessuno resti indietro. L’euro digitale risponderebbe alle esigenze delle persone con disabilità e di quelle che non dispongono di un conto bancario né di competenze digitali o finanziarie.

Per assicurare che l’euro digitale sia fruibile e accessibile in tutta l’area dell’euro, il progetto di proposta legislativa presentato dalla Commissione europea prevede quali requisiti obbligatori l’accettazione da parte dei commercianti e la distribuzione da parte degli intermediari vigilati alla loro clientela.

D4. L’euro digitale sostituirebbe il contante?

No, affiancherebbe il contante, senza sostituirlo. L’euro digitale risponderebbe alla crescente preferenza dei cittadini per strumenti di pagamento digitali rapidi e sicuri. Il contante continuerebbe a essere disponibile nell’area dell’euro, come gli altri mezzi di pagamento elettronici privati attualmente in uso.

D5. Quali benefici offrirebbe l’euro digitale ai commercianti?

L’euro digitale sarebbe una soluzione autenticamente paneuropea, accettata in tutta l’area dell’euro. Potrebbe offrire un’alternativa più facile e meno costosa nel panorama dei pagamenti, attualmente frammentato, in cui operano gli esercenti. L’euro digitale conferirebbe ai commercianti maggiore potere contrattuale nel negoziare le condizioni di servizio con i fornitori di soluzioni di pagamento e quindi ridurrebbe i loro costi.

L’euro digitale potrebbe inoltre contribuire a tassi di conversione dei clienti più elevati per gli esercenti. Questo aspetto è particolarmente importante per gli acquisti online, poiché i clienti sono meno propensi a rinunciare a un acquisto se hanno familiarità con lo strumento di pagamento. Oltretutto, l’euro digitale consentirebbe ai commercianti di ricevere i pagamenti all’istante senza costi aggiuntivi.

D6. Quali benefici offrirebbe l’euro digitale agli intermediari?

Gli intermediari vigilati, come le banche, svolgerebbero un ruolo fondamentale nella distribuzione dell’euro digitale. Fungerebbero da principale punto di contatto per i singoli individui, gli esercenti e le imprese per tutte le questioni relative all’euro digitale e fornirebbero tutti i servizi agli utenti finali.

L’euro digitale potrebbe inoltre offrire nuove opportunità commerciali agli intermediari.

Consentirebbe agli intermediari di essere immediatamente raggiungibili in tutta l’area dell’euro, a differenza della maggior parte delle soluzioni innovative private, che tendono a concentrarsi su determinati mercati nazionali. Pertanto, l’euro digitale servirebbe da piattaforma per gli intermediari, che possono accrescere la clientela e sviluppare e offrire servizi a valore aggiunto (ad esempio pagamenti condizionati o programmi fedeltà), promuovendo l’innovazione e la concorrenza nei mercati dei pagamenti digitali in tutta l’area dell’euro.

Inoltre, lo schema di ripartizione dei costi relativi all’euro digitale, come attualmente previsto nel progetto di proposta legislativa della Commissione europea, fornirebbe agli intermediari incentivi economici comparabili ad altri mezzi di pagamento digitali.

D7. Come funzionerebbe l’euro digitale?

L’euro digitale consentirebbe ai cittadini di effettuare pagamenti istantanei sicuri in negozi fisici e online e tra privati, indipendentemente dal paese dell’area dell’euro in cui si trovano o dal loro fornitore di servizi di pagamento. La BCE sta attualmente studiando come funzionerebbe in pratica.

Come prima cosa si dovrebbe costituire un portafoglio in euro digitali presso la propria banca o l’ufficio postale.

Una volta creato il portafoglio, si potranno effettuare ricariche di euro digitali mediante un conto bancario collegato oppure depositando contante. A questo punto si potrà già iniziare a pagare usando gli euro digitali nel portafoglio.

Le somme ricevute in euro digitali sarebbero detenute nel portafoglio, fino al raggiungimento di un determinato limite massimo, oppure depositate sul proprio conto bancario. Questa operazione potrebbe essere effettuata manualmente oppure attraverso una funzione automatica.

I pagamenti in euro digitali (siano essi effettuati in negozi fisici, online o tra privati…) sarebbero sempre sicuri e istantanei.

L’euro digitale offrirebbe funzionalità sia online sia offline; potrebbe quindi essere utilizzato anche in caso di connessione scarsa o assente. Inoltre, i dati personali relativi ai pagamenti in euro digitali offline sarebbero noti solo all’ordinante e al beneficiario, garantendo un livello di privacy simile a quello del contante.

Leggi ulteriori informazioni su come funzionerebbe l’euro digitale.

D8. Chi potrebbe utilizzare l’euro digitale?

Come indicato nella proposta legislativa presentata dalla Commissione europea, l’euro digitale sarebbe reso disponibile a cittadini, imprese e soggetti pubblici che risiedono o sono stabiliti su base temporanea o permanente in un paese dell’area dell’euro.

Anche chi si reca nell’area dell’euro per motivi personali o professionali o in passato risiedeva o era stabilito in un paese dell’area può avere accesso all’euro digitale.

Inoltre, i cittadini, le imprese e i soggetti pubblici residenti o stabiliti al di fuori dell’area dell’euro potrebbero avere accesso all’euro digitale aprendo un conto in euro digitali presso un fornitore di servizi di pagamento stabilito o residente in un paese membro dello Spazio economico europeo o in un paese terzo, previa conclusione di un accordo tra l’UE e paesi terzi e/o tra la Banca centrale europea e le banche centrali nazionali di Stati membri non appartenenti all’area dell’euro e di paesi terzi.

D9. Quale livello di privacy garantirebbe l’euro digitale?

La privacy è una delle caratteristiche più importanti dell’euro digitale.

L’euro digitale è concepito per poter funzionare offline in modo da offrire agli utenti un livello di privacy simile a quello del contante, sia quando si invia denaro ad altre persone che quando si paga nei negozi. Nella modalità offline solo l’ordinante e il beneficiario sarebbero a conoscenza delle informazioni personali sulle operazioni di pagamento effettuate.

Per i pagamenti in euro digitali online, il regime di privacy prevederebbe che lo stesso Eurosistema, emittente e fornitore delle infrastrutture di pagamento, non sia in grado di collegare direttamente le operazioni a soggetti determinati.

Leggi ulteriori informazioni sull’euro digitale e sulla privacy.

D10. Come la BCE assicurerebbe che l’euro digitale sia inclusivo?

L’euro digitale sarebbe un bene pubblico, come lo sono oggi le banconote e le monete, ma in forma digitale.

L’euro digitale sarebbe offerto gratuitamente per le funzioni di base, tramite un’applicazione mobile o una carta fisica, a coloro che vogliono utilizzarlo. L’euro digitale funzionerebbe anche offline, nel caso in cui gli utenti avessero una connettività limitata.

Il progetto legislativo presentato dalla Commissione europea stabilisce che gli enti creditizi incaricati della distribuzione dell’euro digitale sarebbero tenuti a fornire gratuitamente servizi di pagamento di base in euro digitali, se richiesti dalla clientela.

Inoltre, sarà garantito che tutti – compresi le persone con disabilità, quelle con limitazioni funzionali o con competenze digitali limitate e gli anziani – possano effettuare pagamenti in euro digitali. A questo fine saranno identificati in ciascun paese dell’area dell’euro soggetti pubblici, quali gli uffici postali, che fornirebbero alle persone vulnerabili all’esclusione finanziaria digitale sostegno e accesso gratuito ai servizi in euro digitali, come il supporto diretto e l’assistenza dedicata per l’apertura del conto in euro digitali e l’utilizzo di tutti i servizi di base in euro digitali. L’accesso gratuito ai servizi di base in euro digitali sarebbe offerto anche a chi non dispone di un conto bancario.

Inoltre, particolare attenzione sarà rivolta all’inclusione di gruppi vulnerabili come le persone senza fissa dimora, i richiedenti asilo o i beneficiari di protezione internazionale.

L’euro digitale sarebbe concepito in modo da soddisfare le esigenze di tutti, senza lasciare indietro nessuno.

D11. Come la BCE assicurerebbe che i pagamenti in euro digitali siano effettuati nello stesso modo in tutta l’area dell’euro?

Gli intermediari vigilati (come le banche dell’area dell’euro) sarebbero responsabili della distribuzione dell’euro digitale. Affinché lo schema per l’euro digitale sia attuato nello stesso modo in tutta l’area dell’euro, l’Eurosistema sta progettando il manuale di norme costituito da un insieme uniforme di regole, prassi e standard per armonizzare i pagamenti in euro digitali, assicurando una copertura paneuropea.

D12. L’euro digitale sarebbe una valuta alternativa nell’Eurosistema?

No, sarebbe un altro mezzo di pagamento in euro, la nostra moneta unica, utilizzabile in Europa. Sarebbe convertibile alla pari con le banconote. L’euro digitale risponderebbe alla crescente preferenza di singoli individui e imprese per i pagamenti digitali.

D13. Quale sarebbe il collegamento tra i pagamenti istantanei e l’euro digitale?

Oggi i consumatori hanno raramente la possibilità di utilizzare i pagamenti istantanei nei negozi e, di conseguenza, gli esercenti non ricevono immediatamente le somme spettanti. Tutti i pagamenti in euro digitali sarebbero invece istantanei.

Se l’insieme uniforme di regole, prassi e standard elaborato per l’euro digitale sarà approvato e quindi attuato, le soluzioni di pagamento istantaneo potrebbero essere ulteriormente sviluppate per coprire tutti i paesi dell’area dell’euro, riducendo la dipendenza dalle imprese private non europee che attualmente dominano il settore dei pagamenti.

D14. L’euro digitale sarebbe basato su una distributed ledger technology come la blockchain?

Per la realizzazione dell’euro digitale l’Eurosistema sta sperimentando diverse tecnologie, sia accentrate che decentrate, compresa la distributed ledger technology. Tuttavia, non è ancora stata presa una decisione in merito.

D15. A che punto è il progetto sull’euro digitale?

Dopo una fase istruttoria di due anni, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di procedere a una fase di preparazione, iniziata il 1o novembre 2023.

L’intera fase di preparazione è finalizzata all’ulteriore sviluppo e alla sperimentazione dell’euro digitale, in linea con le caratteristiche e i requisiti tecnici definiti durante la fase istruttoria.

In tale contesto, l’Eurosistema sta conducendo un’analisi approfondita, sperimentazioni, test e interazioni con le parti interessate, al fine di assicurare che l’euro digitale soddisfi i più elevati standard di qualità, sicurezza e fruibilità.

La fase attuale durerà due anni e si concluderà alla fine del 2025, quando il Consiglio direttivo deciderà se passare alla fase successiva dei preparativi e, se del caso, ne definirà la portata e la durata.

Una decisione in merito all’emissione dell’euro digitale sarà presa in considerazione dal Consiglio direttivo della BCE soltanto dopo l’adozione della legislazione in materia.

D16. Chi partecipa al progetto sull’euro digitale?

L’Eurosistema, costituito dalla BCE e dalle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro, deve assicurare che l’euro digitale risponda alle esigenze degli utenti. Per questa ragione, l’Eurosistema dialoga regolarmente con i responsabili delle politiche, i legislatori, gli operatori di mercato, le organizzazioni della società civile e le persone che in definitiva utilizzerebbero l’euro digitale.

Queste interazioni avvengono in contesti diversi, ad esempio nell’ambito del Comitato per i pagamenti al dettaglio in euro, che riunisce le parti interessate del mercato dei pagamenti ed è presieduto dalla BCE, e nel quadro del Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme, che comprende i rappresentanti delle banche centrali dell’Eurosistema e del mercato europeo dei pagamenti al dettaglio (cfr. la D20).

La BCE inoltre si confronta regolarmente con:

  • le imprese del settore privato, che forniscono un riscontro sugli aspetti tecnici dell’euro digitale sulla base delle loro conoscenze e competenze relative al mercato;
  • le organizzazioni della società civile europea attraverso seminari, per ascoltare le loro opinioni e promuovere un dialogo aperto;
  • i potenziali utenti finali tramite indagini, interviste e focus group, per comprenderne le esigenze e le preferenze.

La BCE periodicamente partecipa agli incontri dell’Eurogruppo con i ministri finanziari dei paesi dell’area dell’euro e presenta al Parlamento europeo gli ultimi aggiornamenti relativi al progetto sull’euro digitale.

In passato sono stati raccolti riscontri anche tramite il Market Advisory Group, costituito da esperti che hanno fornito contributi sulla progettazione e sulla distribuzione dell’euro digitale durante la fase istruttoria.

Leggi ulteriori informazioni sulla governance del progetto e sul coinvolgimento delle parti interessate.

D17. Come partecipano al processo i legislatori europei?

Il 28 giugno 2023 la Commissione europea ha presentato un progetto di proposta legislativa per un possibile euro digitale. La finalità della normativa è assicurare che un eventuale euro digitale in futuro offra a cittadini e imprese un ulteriore strumento di pagamento digitale fruibile in qualsiasi paese dell’area dell’euro come forma di moneta pubblica ampiamente accettata, economica, sicura e resiliente.

I due iter – quello legislativo e quello progettuale – procederanno in parallelo, in modo che l’Eurosistema possa emettere tempestivamente l’euro digitale se e quando la decisione sarà ritenuta opportuna, una volta adottato il quadro legislativo pertinente.

L’Eurosistema prenderà in considerazione ogni necessario adeguamento delle caratteristiche dell’euro digitale che possa emergere dalle deliberazioni legislative. Inoltre, la BCE è pronta a fornire il proprio supporto e contributo tecnico durante l’iter legislativo, come richiesto.

Il Consiglio direttivo della BCE deciderà se emettere l’euro digitale solo dopo l’adozione dell’atto giuridico.

D18. Come procede la preparazione del manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale?

L’Eurosistema ha istituito il Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme incaricato di redigere il documento con il contributo di vari soggetti interessati.

Il Gruppo, formato da rappresentanti delle banche centrali dell’Eurosistema e del mercato europeo dei pagamenti al dettaglio, comprese le associazioni di intermediari, commercianti e consumatori, sta lavorando sulla base delle caratteristiche dell’euro digitale che sono state già approvate dal Consiglio direttivo della BCE.

Al suo interno sono stati istituiti specifici gruppi di lavoro incaricati di elaborare determinate sezioni del manuale di norme che richiedono particolari competenze.

Leggi ulteriori informazioni sul manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale.

D19. L’euro digitale sarebbe una moneta programmabile?

L’euro digitale non sarebbe mai una moneta programmabile.

La moneta programmabile è una forma digitale di moneta concepita per uno scopo predefinito – come un buono – che le persone possono utilizzare con limitazioni circa il luogo, il momento e il beneficiario del pagamento.

Come previsto anche nella proposta legislativa sull’euro digitale presentata dalla Commissione europea, l’euro digitale non sarebbe programmabile, ma potrebbe agevolare i pagamenti automatizzati se gli utenti desiderassero avvalersi di tale funzione. Ad esempio, un utente potrebbe decidere di impostare un pagamento mensile automatico per trasferire istantaneamente importi in euro digitali a familiari o amici.

D20. I cittadini dovrebbero pagare per utilizzare l’euro digitale?

L’euro digitale rappresenterebbe un bene pubblico. Le sue funzioni di base sarebbero pertanto utilizzabili gratuitamente dai singoli utenti.

Le banche o i fornitori di servizi di pagamento potrebbero offrire alla clientela servizi aggiuntivi in euro digitali a pagamento. Questi servizi aggiuntivi renderebbero l’euro digitale ancora più attraente per gli utenti, grazie a caratteristiche quali la possibilità di dividere il conto tra amici o di effettuare pagamenti ricorrenti.

D21. Gli intermediari sarebbero compensati per la distribuzione dell’euro digitale?

In attesa della legislazione definitiva, l’Eurosistema propone uno schema di ripartizione dei costi che offrirebbe ai fornitori di servizi di pagamento, come le banche, incentivi economici equi per far fronte agli oneri operativi connessi alla distribuzione dell’euro digitale.

Come avviene attualmente per altri sistemi di pagamento, i fornitori di servizi di pagamento che distribuissero l’euro digitale potrebbero addebitare commissioni agli esercenti per tali servizi. Le commissioni per esercenti e fornitori di servizi di pagamento sarebbero soggette a un massimale, come indicato dalla Commissione europea nella proposta legislativa sull’euro digitale.

Come per la produzione e l’emissione delle banconote, l’Eurosistema sosterrebbe i costi necessari alla realizzazione dello schema e dell’infrastruttura per l’euro digitale. Inoltre, l’Eurosistema cercherebbe di ridurre al minimo i costi degli investimenti aggiuntivi per gli intermediari sfruttando quanto più possibile le infrastrutture esistenti.

D22. L’euro digitale metterebbe a rischio la stabilità finanziaria attraverso la disintermediazione delle banche?

Il nostro sistema finanziario, al cui centro si colloca il sistema bancario, funziona bene e l’Eurosistema vuole preservare il ruolo fondamentale delle banche nell’assicurare l’efficiente erogazione di credito all’economia reale.

Le seguenti scelte progettuali della BCE sono volte a ridurre al minimo i potenziali rischi che l’euro digitale porrebbe al sistema finanziario.

  • Gli utenti potrebbero detenere solo una quantità limitata di euro digitali nel proprio conto. Ciò assicurerebbe che l’euro digitale sia una riserva di valore sicura, simile al contante, preservando in tal modo la stabilità del nostro sistema finanziario ed evitando deflussi di depositi bancari, anche in tempi di crisi.
  • Collegando il portafoglio in euro digitali a un conto bancario gli utenti potrebbero effettuare pagamenti online in euro digitali oltre il massimale detenibile e coprire eventuali carenze in maniera istantanea, senza dover prefinanziare il proprio portafoglio in euro digitali (ove la disponibilità di fondi nel conto collegato fosse sufficiente).

Come per il contante, non sarebbero corrisposti interessi sulle disponibilità in euro digitali.

D23. L’introduzione dell’euro digitale renderebbe i pagamenti in Europa più vulnerabili agli attacchi cibernetici?

Come per altre infrastrutture digitali, l’euro digitale potrebbe essere il bersaglio di attacchi informatici. Per attenuare questo rischio, l’euro digitale sarebbe configurato sulla base di tecnologie all’avanguardia che creerebbero un ambiente resiliente agli attacchi cibernetici e adatto alle esigenze future.

D24. In cosa l’euro digitale sarebbe diverso dalle stablecoin e dalle criptoattività?

L’euro digitale sarebbe moneta della banca centrale, cioè garantita dalla banca centrale e concepita per soddisfare le esigenze degli utilizzatori. Come tale, sarebbe privo di rischi; inoltre, rispetterebbe la privacy e la protezione dei dati. Le banche centrali hanno il mandato di preservare il valore della moneta, indipendentemente dalla sua forma, fisica o digitale.

La stabilità e l’affidabilità delle stablecoin dipendono in definitiva dal soggetto che le emette, così come dalla credibilità e dall’applicabilità dell’impegno di preservare il valore della moneta nel tempo. Oltretutto, gli emittenti privati possono utilizzare i dati personali a fini commerciali.

Per quanto riguarda le criptoattività, non vi è un soggetto individuabile su cui ricade la responsabilità e quindi non è possibile far valere alcuna rivendicazione in merito.

D25. Quanto costerebbe all’Eurosistema il progetto sull’euro digitale?

Investire nell’euro digitale è fondamentale per garantire che la nostra moneta e il nostro settore dei pagamenti siano sempre adeguati alle finalità previste, anche nell’era digitale.

Il costo dell’euro digitale dipenderà dalla sua progettazione definitiva e dalle componenti e dai servizi connessi che dovrebbero essere sviluppati. Alcune di queste componenti, come il regolamento dei pagamenti, sarebbero messe a punto internamente all’Eurosistema. Altre, come la componente dei servizi offline, sono state oggetto all’inizio di quest’anno di un invito a presentare candidature finalizzato a siglare accordi quadro con fornitori esterni.

L’Eurosistema sosterrebbe i costi necessari alla realizzazione dello schema e dell’infrastruttura per l’euro digitale, come avviene per le banconote in euro. La BCE si impegna a mantenere bassi i costi sfruttando il più possibile l’infrastruttura esistente e, al tempo stesso, offrendo un euro digitale in grado di apportare benefici a consumatori ed esercenti.

In linea con la sua natura di bene pubblico, l’euro digitale sarebbe utilizzabile gratuitamente dai consumatori per le funzioni di base e sarebbe efficiente sotto il profilo dei costi per gli esercenti europei. L’Eurosistema non applicherebbe né beneficerebbe di alcuna commissione per le operazioni in euro digitali.