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Fabio Panetta
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Un euro digitale facile da usare e ampiamente disponibile

Dichiarazione introduttiva di Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della BCE, dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo

Bruxelles, 21 aprile 2023

Sono lieto di tornare a rivolgermi a questa Commissione oggi, nell’ambito delle nostre periodiche audizioni sul progetto dell’euro digitale.

Ci apprestiamo a ultimare la fase istruttoria del progetto. Il Consiglio direttivo della BCE ha recentemente approvato una terza serie di proposte relative alle caratteristiche dell’euro digitale, su cui ho riferito nelle precedenti audizioni. Oggi è stato pubblicato un rapporto che illustra il punto di vista dell’Eurosistema in merito alle modalità con cui i cittadini potrebbero ottenere, detenere e utilizzare l’euro digitale. Il rapporto esamina inoltre le possibili modalità di distribuzione dell’euro digitale da parte degli intermediari, nonché i servizi che sarebbero offerti e le relative caratteristiche[1].

Le attività che abbiamo svolto negli ultimi mesi non hanno riguardato esclusivamente questioni tecniche. Mediante il coinvolgimento dei focus group abbiamo ascoltato le opinioni dei potenziali utenti in merito alle diverse caratteristiche che un portafoglio digitale dovrebbe avere. Ciò consentirà di progettare un prodotto in linea con le loro esigenze[2].

In un’economia moderna la possibilità di pagare con strumenti digitali è un bisogno primario per le persone.

Le banche centrali già offrono il contante: un mezzo di pagamento privo di rischi, ampiamente accessibile e di facile utilizzo, che non esclude nessuno. La rapida digitalizzazione delle nostre economie richiede però di affiancare al contante la sua evoluzione nell’era digitale, ossia l’euro digitale.

La BCE deve essere pronta ad affrontare i cambiamenti futuri e ad assicurare che la moneta che essa emette mantenga il suo ruolo di àncora monetaria, garantendo che l’“un euro rimarrà sempre un euro” a prescindere dalla forma che esso assumerà e dal luogo in cui verrà usato. Mantenere tale ruolo consolida la fiducia dei cittadini nella nostra moneta[3].

Per svolgere il suo ruolo di àncora monetaria, l’euro digitale dovrà essere in linea con le preferenze dei cittadini. Tutti nell’area dell’euro dovranno essere in grado di utilizzare l’euro digitale come mezzo di pagamento quotidiano: per le transazioni online, nei negozi e fra persone.

Nel mio intervento odierno mi concentrerò su come assicurare che tutti i cittadini dell’eurozona possano, se e quando lo vorranno, accedere a un euro digitale e utilizzarlo facilmente, indipendentemente dalla banca di cui si servono o dal paese di provenienza. I cittadini non avranno alcun obbligo di utilizzare l’euro digitale. Ma dovranno avere sempre la possibilità di usarlo. Proprio come accade oggi con il contante.

In veste di legislatori europei, assumerete decisioni che saranno fondamentali per il conseguimento di questo obiettivo. Il mio intervento odierno toccherà pertanto anche gli aspetti normativi dell’euro digitale.

Assicurare che l’euro digitale sia di facile utilizzo e ampiamente disponibile

Non esiste attualmente un unico mezzo di pagamento digitale europeo accettato da chiunque in tutta l’area dell’euro. Non sorprende quindi che i cittadini europei considerino la possibilità di essere utilizzato ovunque come la caratteristica più importante di un eventuale euro digitale[4]. In altre parole, essi vorrebbero che una delle caratteristiche fondamentali delle banconote in euro fosse disponibile anche in ambito digitale.

La BCE ha esaminato le soluzioni tecniche che consentirebbero ai cittadini di effettuare facilmente pagamenti mediante l‘euro digitale in qualsiasi paese dell’area dell’euro[5]. Ma se vogliamo che l’euro digitale replichi appieno questa caratteristica tipica del contante, vi è bisogno di un adeguato quadro normativo.

Nell’ambito dei Trattato sul funzionamento dell’Unione europea[6] i legislatori hanno conferito corso legale alle banconote in euro, consentendo in tal modo ai cittadini di utilizzarle in tutta l’eurozona[7]. Esse sono la prova tangibile del fatto che condividiamo un’unica moneta.

I legislatori potrebbero conferire anche all’euro digitale lo status di moneta con corso legale[8]. L’euro digitale, se introdotto, sarebbe un bene pubblico e i cittadini europei si aspetterebbero di poterlo ottenere e utilizzare facilmente, ovunque nell’area dell’euro. Sarebbe quindi vantaggioso e pratico per tutti gli utenti se gli esercenti che già ricevono pagamenti digitali avessero l’obbligo di accettare l’euro digitale come moneta avente corso legale[9].

Un tale obbligo potrebbe essere visto dagli esercenti come un’opportunità. Ad esempio, esso accrescerebbe la resilienza del mercato europeo dei pagamenti e ne rafforzerebbe la concorrenza[10]. A sua volta, ciò contribuirebbe a rendere i pagamenti meno costosi, con evidenti benefici per tutti i cittadini[11].

Ma se vogliamo rendere l’euro digitale ampiamente fruibile non possiamo preoccuparci unicamente dell’ampiezza della sua accettazione. Va garantita anche una ampia facilità di accesso.

I cittadini e i commercianti si aspettano di poter ottenere l’euro digitale presso la propria banca[12], così come avviene oggi con il contante[13]. Cominciare a usare l’euro digitale dovrebbe essere semplice, e dovrebbe essere possibile senza cambiare la propria banca.

In base ai nostri incontri con le relative associazioni di categoria[14], i consumatori e i commercianti ritengono che il modo più efficace per assicurare ampio accesso all’euro digitale sarebbe quello di obbligare le banche e gli altri fornitori di servizi di pagamento dell’area dell’euro a offrire la nuova moneta alla clientela[15]. Le esperienze passate relative all’introduzione di mezzi pagamento paneuropei hanno dimostrato che per assicurare un adeguato accesso ai diversi strumenti in ogni parte dell’eurozona sono necessari interventi normativi[16].

Un’ampia accettazione e un ampio accesso sono entrambi indispensabili per assicurare che l’euro digitale si configuri come un bene pubblico in grado di soddisfare le aspettative di consumatori e commercianti.

Coniugare questi due aspetti è inoltre essenziale per conseguire altri obiettivi di natura pubblica, come ad esempio assicurare che l’euro digitale possa favorire l’inclusione finanziaria e generare nuove opportunità per gli intermediari finanziari.

L’euro digitale offrirebbe una piattaforma autenticamente europea per l’innovazione nei pagamenti; consentirebbe agli intermediari finanziari di mettere a punto servizi per la clientela istantaneamente disponibili in tutta Europa; aiuterebbe i fornitori di servizi di pagamento nazionali e le nuove soluzioni di pagamento istantaneo a operare più facilmente su scala europea; infine, ridurrebbe la dipendenza da un numero ristretto di operatori dotati di un forte potere di mercato, accrescendo la concorrenza e la resilienza del sistema.

Un’esperienza di pagamento armonizzata a livello europeo

Negli ultimi vent’anni le banconote in euro sono state l’incarnazione tangibile della moneta dello Stato, riconoscibile e utilizzabile da tutti i cittadini indipendentemente dal luogo di residenza o quello in cui avviene il pagamento.

Lo stesso dovrebbe valere per l’euro digitale. Tutti i cittadini dovrebbero essere in grado di pagare ed essere pagati con l’euro digitale in ogni parte dell’eurozona, indipendentemente dall’intermediario utilizzato per accedere al servizio e dal paese di provenienza.

Per raggiungere tale obiettivo occorre uno “schema di pagamento” unico, ossia un unico insieme di standard di pagamento[17].

L’applicazione di tale standard si limiterà allo stretto indispensabile per creare e offrire alla clientela opportunità di pagamento armonizzate e per assicurare funzionalità e facilità d’uso. Ciò faciliterà anche lo sviluppo di ulteriori servizi e soluzioni da parte degli intermediari vigilati[18].

Anche se la distribuzione sarà effettuata dagli intermediari vigilati nell’eurozona, non va dimenticato che l’euro digitale costituirà una passività della banca centrale. L’Eurosistema, in quanto emittente, sarà responsabile della corrispondenza tra le caratteristiche dell’euro digitale e le esigenze di pagamento dei cittadini. L’Eurosistema dovrà pertanto essere in grado di definire gli standard di pagamento necessari affinché l’euro digitale possa offrire in futuro un’esperienza di pagamento armonizzata, come accade oggi con il contante. L’Eurosistema potrà raggiungere tale obiettivo raccordando il necessario consenso di tutte le parti interessate: consumatori, commercianti, intermediari sia bancari sia non bancari.

Garantire un’ampia disponibilità attraverso incentivi economici

Sarebbe opportuno ricorrere a incentivi economici per garantire una ampia distribuzione e una estesa disponibilità dell’euro digitale. L’Eurosistema ha definito a tale riguardo quattro principi fondamentali su cui impostare uno schema di ripartizione dei costi relativi all’uso dell’euro digitale[19].

Nelle precedenti audizioni questa Commissione mi ha chiesto di approfondire tali principi. Nel seguito di questo intervento condividerò pertanto le nostre riflessioni al riguardo. In ultima istanza, la decisione sul quadro normativo in materia di commissioni di pagamento spetterà a voi, in quanto legislatori europei.

Il primo principio è che, in quanto bene pubblico, l’euro digitale dovrà essere posto al servizio dell’intera società. Riteniamo pertanto che i consumatori debbano poterlo utilizzare gratuitamente per svolgere le funzioni di pagamento essenziali[20].

In secondo luogo, gli intermediari dovrebbero essere compensati per i servizi che forniranno, così come avviene già oggi per l’offerta degli altri servizi di pagamento digitali.

In terzo luogo sono necessarie salvaguardie legislative al fine di evitare che gli esercenti, se obbligati ad accettare l’euro digitale come moneta con corso legale, siano soggetti a oneri eccessivi da parte degli intermediari. Pur ritenendo che l’euro digitale consentirebbe commissioni più competitive, tale principio sarebbe necessario per evitare che le commissioni a carico dei commercianti non superino quelle attualmente applicabili su analoghi mezzi di pagamento.

Infine, l’Eurosistema sosterrebbe i propri costi, come ad esempio i costi connessi con lo svolgimento delle attività di regolamento delle transazioni[21] e per la gestione degli standard relativi ai pagamenti effettuati con l’euro digitale. Ciò sarebbe coerente con la natura di bene pubblico dell’euro digitale e seguirebbe la stessa logica che attualmente si applica al contante. Una tale impostazione – secondo cui l’Eurosistema sopporterebbe in proprio i costi derivanti dal proprio ruolo – ridurrebbe l’onere di utilizzo dell’euro digitale, a vantaggio degli utenti finali.

I passi successivi

Le caratteristiche tecniche e il quadro normativo sono fondamentali per assicurare che l’euro digitale mantenga la propria natura di bene pubblico.

Saranno i legislatori europei a decidere se l’euro digitale sarà un mezzo di pagamento inclusivo e autenticamente europeo, ampiamente fruibile e accessibile in tutta l’area dell’euro, disponibile gratuitamente per gli utilizzi di base e dotato del massimo livello di riservatezza in ambito digitale. Il successo dell’euro digitale sarà quindi nelle vostre mani.

Nel corso dell’iter legislativo, la BCE è pronta a proseguire in questa sede il dialogo su tali temi. Durante la prossima fase del progetto, che dovrebbe essere avviata nella parte finale dell’anno, svilupperemo e verificheremo le soluzioni tecniche e commerciali necessarie per fornire l’euro digitale. Al tempo stesso apporteremo tutti gli aggiustamenti che si renderanno necessari a seguito delle deliberazioni legislative[22].

Questi due iter – quello legislativo e quello progettuale – dovranno progredire in parallelo, in modo da permettere una tempestiva emissione dell’euro digitale, se e quando ciò sarà necessario. L’eventuale decisione del Consiglio direttivo della BCE verrebbe presa solo dopo il varo della cornice legislativa.

La BCE effettuerà tutte le iniziative necessarie affinché l’euro digitale possa essere in tutto e per tutto un bene pubblico. Tutte le istituzioni europee dovranno fare la loro parte per raggiungere il nostro obiettivo comune: garantire che l’euro digitale sia un prodotto utile ai cittadini.

Attendiamo con interesse la proposta legislativa della Commissione europea. Essa segnerà un passo avanti decisivo nel cammino verso l’euro digitale e porrà l’eurozona alla frontiera nei lavori sulle valute digitali delle banche centrali all’interno del G7.

Sono ora ben lieto di rispondere alle vostre domande.

  1. Si vedano BCE (2022), Progress on the investigation phase of a digital euro, settembre; BCE (2022), Progress on the investigation phase of a digital euro – second report, dicembre; BCE (2023) Progress on the investigation phase of a digital euro – third report, aprile; BCE (2022), Letter from Fabio Panetta to Ms Irene Tinagli on progress on the investigation phase of a digital euro, 14 giugno. Il primo rapporto tratta aspetti riguardanti il meccanismo di trasferimento, la privacy e gli strumenti per controllare la quantità di euro digitali in circolazione. Il secondo rapporto si incentra sui ruoli degli intermediari, su un modello di regolamento, sul conferimento e prelievo di fondi e su un modello di distribuzione per l’euro digitale. Il terzo presenta il parere dell’Eurosistema sull’accesso all’euro digitale, sugli importi detenuti, sul processo di registrazione, sugli aspetti legati alla distribuzione, sui servizi e sulle funzionalità.

  2. Si vedano Kantar Public (2022), Study on New Digital Payment Methods, marzo; Kantar Public (2023), Study on Digital Wallet Features, aprile.

  3. La fiducia che i cittadini ripongono nella moneta emessa da intermediari privati (come i depositi bancari) si fonda sulla possibilità di convertirla uno a uno, al valore nominale, nella moneta priva di rischi della banca centrale (come il contante). Si veda “Le valute digitali delle banche centrali: un’àncora monetaria per l’innovazione digitale”, intervento di Fabio Panetta, Membro del Comitato esecutivo della BCE, presso l’Istituto Reale Elcano, Madrid, 5 novembre 2021.

  4. I focus group hanno suggerito che l’elemento più importante di un nuovo strumento di pagamento digitale è la possibilità di “utilizzarlo ovunque”. Questo è quanto emerso in tutti i paesi e in tutte le classi di età. Si vedano Kantar Public (2022), Study on New Digital Payment Methods, marzo; Kantar Public (2023), Study on Digital Wallet Features, aprile.

  5. Panetta, F. (2023), “L’euro digitale: la nostra moneta ovunque e per ogni necessità”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles,23 giugno.

  6. Si veda l’articolo 128, paragrafo 1, lettera b), del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

  7. Il fatto che le banconote e le monete in euro abbiano corso legale significa che costituiscono un mezzo di pagamento valido per l’estinzione di un debito pecuniario, a meno che le parti non abbiano concordato un altro mezzo di pagamento. La definizione di corso legale si fonda su tre criteri principali: accettazione obbligatoria, accettazione al pieno valore nominale e potere di estinguere le obbligazioni di pagamento.

  8. La Commissione europea dovrebbe inoltre pubblicare una proposta relativa alla portata del corso legale delle banconote e delle monete in euro nel secondo trimestre del 2023. Sebbene l’obiettivo principale dei provvedimenti legislativi in materia di contante sia preservarne il comune utilizzo e l’ampia disponibilità, per l’euro digitale l’obiettivo sarebbe quello di stabilirne l’utilizzo e la disponibilità ex novo.

  9. Conferire corso legale all’euro digitale può contribuire a incrementarne l’adozione e l’utilizzo, creando un circolo virtuoso di effetti di rete (in cui il valore e l’utilità di un sistema di pagamento crescono all’aumentare del numero di utenti che vi hanno accesso ed effettuano operazioni all’interno della rete). In altre parole, maggiore è il numero degli utenti di un determinato sistema di pagamento, maggiori sono il suo valore e la sua facilità di utilizzo per tutti gli utenti.

  10. Per i commercianti, l’euro digitale quale autentica soluzione paneuropea per i pagamenti al dettaglio rappresenterebbe la possibilità di accrescere il potere contrattuale in un mercato dei pagamenti attualmente dominato da pochi, grandi operatori.

  11. Si veda Written feedback after the 6th Euro Retail Payments Board (ERPB) technical session, marzo 2023.

  12. Le banche sono qui citate come esempio di fornitori di servizi di pagamento (payment service provider, PSP) che potrebbero avere il compito di distribuire l’euro digitale. L’Eurosistema ritiene che tutti i PSP definiti nella Direttiva rivista sui servizi di pagamento (Payment Services Directive, PSD2), ossia gli enti creditizi, gli istituti di moneta elettronica e gli istituti di pagamento, possano distribuire l’euro digitale.

  13. Panetta, F. (2022), “Fare leva sui nostri punti di forza: il ruolo del settore pubblico e privato nell’ecosistema dell’euro digitale”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 29 settembre.

  14. Si veda Written feedback after the 6th Euro Retail Payments Board (ERPB) technical session, marzo 2023.

  15. Senza l’imposizione di un obbligo, l’euro digitale potrebbe non essere accessibile a tutti in ogni parte dell’area dell’euro. Si potrebbe creare una situazione in cui all’interno di un paese soltanto poche banche (o nessuna) offrano wallet/conti in euro digitali, costringendo molti utenti ad aprire un conto presso un altro istituto per poter usufruire dell’euro digitale. Che ne sarebbe a questo punto degli effetti di rete indispensabili per il successo di qualsiasi soluzione pagamento? (Si veda la nota 9).

  16. Dobbiamo trarre insegnamento dai ritardi osservati nella realizzazione di precedenti soluzioni su scala di eurozona, quali gli schemi di bonifico e di addebito preautorizzato SEPA, prima, e lo schema di bonifico istantaneo SEPA, poi. Se vogliamo assicurare ampio accesso all’euro digitale, i necessari interventi normativi devono essere effettuati a monte.

  17. Panetta, F. (2022), “Fare leva sui nostri punti di forza: il ruolo del settore pubblico e privato nell’ecosistema dell’euro digitale”, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 29 settembre.

  18. Per evitare di gravare ulteriormente sugli intermediari, il Gruppo per lo sviluppo del manuale di norme relativo allo schema per l’euro digitale (Rulebook Development GroupECB hosts first digital euro Rulebook Development Group (RDG) meeting, RDG) sta studiando come sfruttare al massimo gli standard e le soluzioni esistenti, rendendo compatibile l’euro digitale con i sistemi già in uso. Il Gruppo rifletterà inoltre sui requisiti normativi presenti e futuri. Si rimanda al comunicato , al mandato dell’RDG e agli inviti a manifestare interessegruppo di lavoro sulla compatibilità dello schema rivolti a esperti del settore per la partecipazione ai vari gruppi di lavoro (ad esempio ).

  19. Quando si parla di schema di ripartizione dei costi per l’euro digitale si intende il quadro di riferimento in base al quale i soggetti verrebbero compensati per la loro partecipazione o il loro utilizzo di un euro digitale. Lo schema di ripartizione dei costi per l’euro digitale è un sistema quadripartito con variazioni riguardanti tre aspetti: determinazione delle commissioni per gli individui privati, determinazione delle commissioni per i commercianti e costi per l’Eurosistema. Lo schema potrebbe anche contemplare fattori quali le commissioni sulle operazioni, i tassi di interesse, gli incentivi e altri meccanismi di compenso per gli utenti. Si veda BCE (2023), Compensation model for the digital euro, presentazione al Comitato per i pagamenti al dettaglio in euro, 22 febbraio.

  20. BCE (2020), Report on a digital euro, ottobre. L’ambito dei servizi di base per l’euro digitale deve ancora essere definito, ma dovrebbe essere analogo ai servizi di base che le banche sono chiamate a fornire ai sensi della Direttiva sui conti di pagamento. Potrebbero quindi includere servizi come l’apertura gratuita di conti/wallet in euro digitale, i pagamenti da persona a persona, nonché il conferimento e prelievo di fondi sui conti/wallet in euro digitale. Se i consumatori dovessero pagare per i servizi di base, l’euro digitale si collocherebbe in una posizione di svantaggio rispetto ad alcuni strumenti di pagamento digitali esistenti.

  21. Il regolamento può essere definito come il perfezionamento di un’operazione di pagamento con l’obiettivo di adempiere agli obblighi degli utenti finali mediante il trasferimento di fondi. Si veda Panetta, F. (2022), Fare leva sui nostri punti di forza: il ruolo del settore pubblico e privato nell’ecosistema dell’euro digitale, dichiarazione introduttiva dinanzi alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo, Bruxelles, 29 settembre.

  22. Nell’autunno di quest’anno il Consiglio direttivo potrà decidere di avviare la successiva fase di preparazione e sperimentazione. Tale passo sarà compiuto a prescindere dalla decisione di emettere o meno un euro digitale, che sarà presa solo una volta concluso l’iter legislativo.

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