Opzioni di ricerca
Home Media Facciamo chiarezza Studi e pubblicazioni Statistiche Politica monetaria L’euro Pagamenti e mercati Lavorare in BCE
Suggerimenti
Ordina per

Seminario euromediterraneo Eurosistema e banche centrali dei paesi mediterranei

Discorso di benvenuto di Jean-Claude Trichet, Presidente della Banca centrale europea

Sua Eminenza, Signor Ministro per le Politiche comunitarie, Onorevoli Parlamentari della Repubblica Italiana, Signor Presidente della Regione, Signor Sindaco, Autorità, colleghi Governatori, Signore, Signori,

desidero rivolgerVi il più caloroso benvenuto al primo Seminario euromediterraneo delle banche centrali. Sono particolarmente lieto di vedere qui riuniti, insieme ai governatori delle banche centrali nazionali dell’Eurosistema, tanti colleghi delle banche centrali dei paesi del Mediterraneo non appartenenti all’area dell’euro.

Questo evento è stato organizzato dall’Eurosistema con l’intenzione di portare avanti un dialogo attivo e regolare con le banche centrali nazionali dei paesi mediterranei. E costituisce inoltre un valido esempio dello spirito di gruppo che anima l’Eurosistema. È in questo spirito che abbiamo chiesto alla Banca d’Italia di ospitare il seminario. Desidero dunque ringraziare il Governatore Fazio di avere accettato, di avere organizzato il seminario in collaborazione con la BCE e, naturalmente, di avere scelto Napoli come sede. Difficilmente si potrebbe trovare, in Italia o in Europa, luogo più adatto. Dalla sua fondazione ad opera dei coloni greci fino ad oggi, Napoli ha conservato l’impronta delle culture successivamente sorte in Europa e nel bacino del Mediterraneo, caratteristica che la rende una città unica.

L’appuntamento odierno rappresenta un’assoluta novità e al tempo stesso traccia un filo di continuità con il passato.

Come sapete, sono numerosi gli incontri e i consessi che riuniscono i rappresentanti dei paesi del Mediterraneo e dell’Unione europea per la discussione di tematiche economico-finanziarie. Tali iniziative si inscrivono nel Processo di Barcellona, avviato nel 1995 al fine di promuovere la cooperazione, in molteplici ambiti, fra la sponda settentrionale, meridionale e orientale del Mediterraneo. Il Processo coinvolge l’UE e dodici paesi partner del Mediterraneo. In questo ambito, tuttavia, le questioni attinenti alle attività delle banche centrali non sono state poste finora in primo piano, e i banchieri centrali delle due aree non dispongono di una piattaforma multilaterale per uno scambio di vedute.

Questo seminario ad alto livello e il workshop tenuto a Francoforte nell’ottobre dello scorso anno non rientrano formalmente nel Processo di Barcellona. Sono stati organizzati dalle banche centrali per le banche centrali. E colmano una lacuna nella rete di relazioni istituzionali con la regione del Mediterraneo e fra i paesi che ne fanno parte. Sono convinto che tali iniziative si riveleranno molto proficue, arricchendo e integrando il dialogo su temi di carattere economico, monetario e finanziario.

Se questo dialogo pan-mediterraneo fra le banche centrali rappresenta una novità, il principio stesso dei rapporti dell’Eurosistema con le banche centrali di tutto il mondo non è affatto nuovo. Il Seminario euromediterraneo presenta quindi un elemento di continuità, attribuendo grande valore ai contatti internazionali e allo scambio di vedute con le altre banche centrali. Come caratteristica distintiva delle nostre relazioni internazionali, saremmo molto propensi a instaurare reti regionali di contatti fra banche centrali e a condividere in questo ambito le nostre esperienze nella misura in cui sono rilevanti per la regione interessata. In tale spirito la BCE, in collaborazione con diverse banche centrali nazionali dell’Eurosistema, ha organizzato incontri ad alto livello con i governatori delle banche centrali dei dodici paesi in procinto di aderire all’UE o in fase di adesione, nonché con le banche centrali di Stati dell’America latina e dell’Asia orientale. Sono già in programmazione analoghi eventi con il coinvolgimento di altre economie limitrofe, fra cui ad esempio la Russia.

Passerei ora a illustrare brevemente le motivazioni che hanno indotto l’Eurosistema a guardare ai propri vicini situati a sud e a organizzare questo seminario e il precedente workshop.

  • Un primo aspetto eclatante è rappresentato dagli stretti legami e dalle interdipendenze di carattere economico-finanziario che uniscono la regione meridionale e orientale del bacino del Mediterraneo e l’UE. Tali legami, che saranno oggetto di un’analisi approfondita nella prima sessione del seminario, hanno in ampia misura origini storico-geografiche. Molti si attendono che in futuro si rafforzino, in particolare per effetto di accordi di associazione stipulati con l’UE e dell’ambizioso obiettivo di creare una zona di libero scambio euromediterranea entro il 2010. Inoltre, i legami con i paesi vicini del Mediterraneo hanno acquisito maggiore importanza nella prospettiva dell’ingresso di Cipro e Malta nell’UE, previsto per maggio 2004, e dello status di paese candidato assunto dalla Turchia (per dicembre di quest’anno ci si attende una decisione dei capi di Stato o di governo dell’UE in merito all’avvio dei negoziati di adesione).

  • Inoltre, la regione del Mediterraneo deve affrontare impegnative sfide sul piano economico. La più urgente è probabilmente rappresentata dall’elevata disoccupazione, a cui si somma in alcuni casi il problema della povertà. Se in tutti i paesi i tassi di disoccupazione sono di rado inferiori al 10 per cento, in taluni superano il 20 per cento, generando fra l’altro pressioni migratorie. È evidente la difficoltà di attrarre investimenti diretti esteri verso la regione. Nonostante la prossimità geografica, meno del 2 per cento degli investimenti diretti esteri dell’UE è destinato al bacino del Mediterraneo, rispetto al 4,4, al 7,8 e al 10 per cento rispettivamente assegnati ai dodici paesi in procinto di aderire all’UE o in fase di adesione, al Sud-est asiatico e all’America latina. Un altro dato eclatante è il livello estremamente basso di integrazione economica infraregionale: gli scambi all’interno della regione rappresentano in media appena il 5 per cento del commercio con l’estero dei paesi del Mediterraneo. È mia ferma convinzione che affrontare tali sfide non sia esclusivamente nell’interesse di ciascuna delle economie in questione. Tale impegno contribuirebbe anche a creare i presupposti per la pace, la stabilità e la prosperità nella regione - fattori della massima rilevanza per l’intera area mediterranea e per l’Europa, in quanto importante partner di quest’ultima.

A mio parere, le sfide e i legami economico-finanziari menzionati presentano una dimensione attinente alle attività delle banche centrali, dato il ruolo cruciale svolto da queste ultime nella gestione macroeconomica e il loro coinvolgimento nel settore finanziario. Tale dimensione è certamente divenuta più significativa con l’introduzione dell’euro quale moneta unica in dodici Stati membri dell’UE. In ragione dei legami economico-finanziari e della prossimità geografica fra le due aree, appare naturale che l’euro abbia un impatto sui paesi del Mediterraneo. Questo aspetto potrebbe pertanto rientrare fra le ampie e stimolanti tematiche che saranno discusse nella sessione sulle relazioni economico-finanziarie e in quelle successive, dedicate alle politiche del cambio e al settore finanziario.

Più in generale, uno scambio di esperienze da parte nostra in materia di politica monetaria e stabilità del settore finanziario appare prezioso, soprattutto tenendo conto della forte eterogeneità esistente fra i paesi del Mediterraneo e fra le rispettive economie. Fra gli aspetti su cui vale la pena riflettere in un contesto regionale, vi sono due questioni che ritengo di particolare interesse: in primo luogo, la varietà dei regimi di cambio applicati negli ultimi decenni all’interno della regione e il loro impatto sulla stabilizzazione macroeconomica, settore in cui sono stati compiuti notevoli progressi; e, in secondo luogo, le esperienze concernenti la progressiva liberalizzazione dei movimenti di capitale e lo sviluppo del settore finanziario.

Alla luce di quanto detto, l’Eurosistema ha ritenuto utile organizzare questo seminario ad alto livello. Siamo stati incentivati anche da una serie di visite bilaterali, che hanno coinvolto negli ultimi due anni il nostro personale e gli interlocutori delle banche centrali della regione. Particolarmente incoraggiante è stato il workshop tenuto a Francoforte lo scorso ottobre, definito da tutti i partecipanti un’esperienza molto proficua e di grande interesse. Le ampie attività degli scorsi due anni hanno posto le fondamenta per l’evento odierno, in termini sia di analisi preparatorie sia di instaurazione di relazioni bilaterali fra le nostre banche centrali. Colgo l’occasione per ringraziare quanti nelle istituzioni partner del bacino del Mediterraneo hanno contribuito a definire e realizzare questo dialogo euromediterraneo fra banche centrali e hanno portato avanti i lavori sul progetto. Senza il loro impegno, l’evento odierno non si sarebbe potuto svolgere.

Quali sono gli obiettivi di questo seminario dal nostro punto di vista?

  • In primo luogo, dovrebbe fungere da piattaforma per uno scambio di vedute fra i banchieri centrali dei paesi del Mediterraneo e quelli dell’Eurosistema. L’Eurosistema potrà quindi conseguire una migliore conoscenza delle economie dei propri vicini del Mediterraneo e, a loro volta, le banche centrali della regione avranno l’opportunità di acquisire maggiore familiarità con l’Eurosistema.

  • In secondo luogo, non concepiamo questo incontro come un evento isolato e fine a se stesso, ma ravvisiamo le potenzialità per la conduzione di un dialogo attivo e regolare all’interno della regione. Esso rappresenta, quindi, anche un’occasione per riflettere sui principali aspetti di una futura cooperazione.

  • Infine, il terzo ma non meno importante obiettivo è offrire un’opportunità unica per consolidare i rapporti professionali e personali fra tutti i banchieri centrali della regione. Quest’ultima è in parte turbata da conflitti, che hanno un impatto sull’economia. Credo che ciò rappresenti per noi, in quanto banchieri centrali, un ulteriore incentivo a sviluppare relazioni professionali e a incoraggiare un dialogo attivo e costruttivo.

Dobbiamo sentirci tutti incoraggiati a sfruttare al meglio questa opportunità, partecipando attivamente al seminario con contributi improntati alla franchezza e all’apertura. È con grande piacere che mi accingo a prendere parte ai lavori.

Grazie.

CONTATTI

Banca centrale europea

Direzione Generale Comunicazione

La riproduzione è consentita purché venga citata la fonte.

Contatti per i media